I ragazzi e i social media

Per le nuove generazioni, la tecnologia è un ambiente da abitare, un’estensione della mente, una realtà che si unisce al mondo esterno.

Chattare su un social è molto più rassicurante che esporsi in una relazione concreta, permette di mettersi al riparo da possibili rifiuti e giudizi. I più giovani, vivono nei media digitali, li utilizzano per esprimere il proprio sé, per entrare in contatto con i propri amici, per informarsi, per affermare la propria personalità.

La costruzione dell’identità si realizza anche attraverso i social media, che hanno un profilo pubblico, si offre una rappresentazione di sé che è considerata non del tutto corrispondente alla realtà. In questo modo è possibile gestire le proprie insicurezze, debolezze mostrandosi per ciò che non si è, mettendo un filtro tra sé e gli altri, un filtro che non possiamo utilizzare nell’incontro reale con l’altro.

Per questo motivo chi soffre per i suoi sentimenti di svalutazione, paura del giudizio altrui, timore di non essere accettati, potrebbe trovare nei social un modo sicuro per gestire le relazioni sociali.

Questa soluzione potrebbe arrecare un soddisfacimento immediato dei bisogni di contatto e di relazione, ma si accompagna al rischio di intensificare l’isolamento, e di un decadenza delle competenze sociali che potrebbe determinare un aggravamento di sintomi depressivi.

Con questo non voglio affermare che tutti coloro che usano i social soffrono di depressione, ma che a volte questi mezzi di comunicazione possono essere utilizzati in modo eccessivo, determinando una riduzione delle esperienze di vita e di relazione reali.

La depressione è uno dei grandi mali della nostra società, molte persone ne sono colpite, e i sintomi con cui si manifesta possono essere anche molto diversi tra loro. Ad esempio, ci sono persone depresse che mangiano troppo, che fumano in modo eccessivo, che si buttano sul lavoro, c’è chi è sempre in movimento, sempre in giro, altri che si rintanano in casa.

Recentemente ho letto un interessante articolo scritto da uno psicologo americano, il dott. Schoenewolf che riportava i risultati di una ricerca che comparava i sintomi della depressione con l’uso dei social network. In questo studio è stato evidenziato che una delle modalità con cui i giovani e gli adolescenti manifestano la depressione è quello di passare molto tempo sui social network (facebook. Twitter, google+, youtube, snapchat,ecc).

 

Lo studio, pubblicato sulla rivista Depression ad Anxiety, ha scoperto una correlazione tra il tempo trascorso sui social media e la depressione; più il giovane è depresso maggiore è il tempo che passa sui social. Dai risultati non si può determinare se sia la depressione che induca a passare più tempo sui social media, o se piuttosto siano i social media che portino a sviluppare sintomi depressivi.

È stata registrata una forte correlazione, ovvero un collegamento tra giovani con sintomi depressivi e il tempo, maggiore, che passavano su questi social. Una spiegazione potrebbe essere che le persone depresse, tendono a ritirarsi dalla vita sociale di relazione, e preferiscono usare lo schermo dei social media come protezione per incontrare l’altro.

Cito questo studio perché l’informazione è il primo passo della prevenzione, conoscere i rischi di un uso eccessivo dei social media è utile per porre attenzione nell’uso di questi strumenti, soprattutto per chi già è coinvolto in un disagio psicologico.

Approfondimenti:

http://blogs.psychcentral.com/psychoanalysis-now/2016/06/the-new-fix-for-depression/

“Giovane adulto” (2014) di Lancini, Madeddu. Raffaello Cortina Editore.

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