L’amore di una madre è un amore incondizionato, bellissimo, intenso. È un amore imperfetto, la perfezione come sappiamo non è di questa terra, eppure alle madri viene chiesto di essere perfette, e questa richiesta impossibile le porta a diventare oggetto di critiche e giudizi negativi sul loro essere madri.
L’amore materno è imperfetto. Ci sono moltissimi modi di essere madre, così come ci sono moltissimi modi di essere donna, e come facciamo a dire quale sia meglio o peggio. Soprattutto perché dobbiamo stabilire quale sia il modello migliore di madre?
Eppure sembra sia così, sono gli altri che stabiliscono cosa sia una buona madre, una madre perfetta. Ci raccontano e ci vendono madri impeccabili, che tornano in forma a poche settimane dal parto, felici del loro bambino, riposate che addirittura tornano a lavoro in poco tempo. Ci raccontano di una maternità favolosa senza problemi, la maternità perfetta.
Una madre, però, lo sa che in realtà non è tutto così idilliaco. Diventare madre è una sfida complessa, difficile eppure di tutto questo se ne parla poco, anzi ci imbattiamo spesso in messaggi e immagini di maternità perfette senza che si possa accennare alle difficoltà che questo ruolo può comportare per una donna. La maternità e il puerperio sono come un tabù, è vietato parlarne male, è vietato sentirsi frustrate, stanche, depresse, sole. E se una donna prova a condividere tutto questo, anche solo per avere un momento di sfogo, giù critiche e rimproveri, perché la maternità, l’avere un figlio è la cosa più bella del mondo perché mai allora la donna dovrebbe non essere felice?
In realtà la donna è felice per il suo bambino, lo ama ma prova anche tutta una serie di sentimenti negativi, dovuti alla stanchezza, al calo degli ormoni, al difficile adattamento al nuovo ruolo che poco si concilia, all’inizio, con il vecchio modo di vivere. Di questi sentimenti negativi non se ne può parlare, e si devono tenere dentro, assieme ai sensi di colpa per non essere una madre adeguata, una madre perfetta; assieme al senso di solitudine perché si pensa di essere le sole a provare tutto questo.
Qualche mese fa il Time ha pubblicato un articolo “L’idea di una maternità perfetta fa male alle madri” fa male perché cavalcando questo mito diffuso dai media, le donne si trovano impreparate ad affrontare i cambiamenti, le difficoltà della maternità sviluppando l’idea che se non riescono ad avere un corpo perfetto subito dopo il parto sono delle fallite, se non riescono ad allattare sono delle madri pigre, se non riescono a gestire casa-figlio-lavoro sono delle incapaci, se sono stanche vengono etichettate come depresse. A tutto questo si aggiungono le altre madri quelle che si incontrano al parco, al lavoro che spesso fanno sentire ancora più inadeguata la neomamma. Troppo spesso le altri madri giudicano negativamente l’atteggiamento della neomamma, mancano di solidarietà e soprattutto mancano di verità, non dicono tutta la verità sulla loro maternità lasciando trasparire solo immagini positive e rosee del rapporto con i loro neonati.
Le mamme, spesso, non comunicano tra loro in modo sincero, non si sfogano rispetto alle difficoltà che la loro condizione comporta. Tengono dentro tutte le parti negative e difficili della gravidanza e del puerperio, in questo modo, la povera malcapitata che appare stanca, frustrata, sopraffatta dalle difficoltà non può far altro che sentirsi inadeguata, incapace.
Ci sono forti tabù attorno alla maternità, tabù che le donne stesse alimentano e perpetuano. Quello che vorrei far passare è che la maternità e la gravidanza sono stati della vita di una donna assolutamente unici, con aspetti bellissimi. Allo stesso tempo, come accade per qualsiasi cosa nella vita, la maternità porta con sé anche sentimenti ed emozioni negative, contrastanti. Questi aspetti sono assolutamente normali, e vanno riconosciuti proprio per ridare a queste donne un senso di normalità rispetto a ciò che provano, per mitigare il senso di colpa che spesso le invade per non essere delle mamme perfette. In realtà sono mamme normali, che amano i loro figli e che hanno bisogno di condivisione e ascolto.
Penso che i corsi preparto, i consultori, dovrebbero preparare maggiormente le donne a questi cambiamenti emotivi, a prepararle a tutta questa complessità, a creare degli spazi di ascolto nel post parto in modo da dar voce a queste neo mamme e soprattutto per far capire loro che la mamma perfetta non esiste, che quella che ci vende la società è una mamma finta o molto fortunata perché può contare su aiuti di ogni tipo.
Bisogna pensare a gruppi di lavoro in cui si possa imparare a sospendere i giudizi e ad ammettere che la maternità è una fase di estrema vulnerabilità per la donna, in cui i cambiamenti e gli squilibri sono talmente destabilizzanti da confondere. La maternità crea uno spartiacque nella vita di una donna, non sarà più quella di prima, sarà una donna diversa, più ricca, più complessa e trovo che sia giusto e doveroso accompagnarla in questa fase così delicata. La maternità regala una gioia immensa, si scopre una capacità di amare diversa, intensa, unica. La maternità è questo e molto altro e le donne devono potersi confrontare con tutto questo senza paura di essere giudicate, da nessuno!