Offro uno spazio accogliente, comprensivo, aperto alla possibilità di ascolto dei vissuti, dell’espressione del disagio attraverso i sintomi e il corpo.
L’orientamento psicodinamico, la base teorica a cui mi ispiro, offre al paziente un contenitore per accogliere la sofferenza e renderla comprensibile, allo stesso tempo è anche una via per scoprire le proprie risorse e avviare un processo di crescita e miglioramento. Questa modalità di lavoro consente di esplorare quegli aspetti del Sé che non sono completamente consapevoli e comprensibili; incoraggia la conoscenza della dimensione emotiva, attraverso l’espressione dei propri stati d’animo e sentimenti, anche se possono apparire contraddittori; si utilizza la narrazione delle esperienze del passato per comprendere come queste stanno influenzando il presente; si lavora per identificare pattern relazionali ricorrenti e disfunzionali, promuovendo una nuova modalità di entrare in contatto con gli altri che sia maggiormente soddisfacente attraverso il lavoro sulla mentalizzazione, secondo il modello di Fonagy, che interpreta il comportamento in termini di stati mentali come bisogni, desideri, emozioni, credenze, intenzioni, motivazioni.
Questo tipo di orientamento propone di andare oltre ciò che il sintomo apparentemente esprime, per comprendere il bisogno psicologico implicito, sottostante e inconscio.